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L’oro verde d’Italia: una scelta guidata

L’oro verde d’Italia: una scelta guidata

L’oliva, con le sue mille sfaccettature di verde, colori e profumi, può donare un olio più o meno di qualità in base a come viene lavorata.

L’olio d’oliva è un preziosissimo condimento che arricchisce le nostre pietanze, frutto di una tradizione millenaria e tra i simboli della tradizione gastronomica del nostro Paese, oltre che un’autentica icona della dieta mediterranea; ma quante tipologie ne esistono? Perché si parla tanto del valore dell’extravergine di oliva?

Passiamo in rassegna tutte le tipologie di olio di oliva riconosciute dalla Comunità Europea, soffermandoci sulle caratteristiche distintive di ognuna.

Prestate attenzione ai seguenti passaggi per non sbagliare nella scelta!

La classificazione degli oli di oliva:

  1. Olio di oliva vergine
        a. Olio di oliva extra vergine
        b. Olio di oliva vergine
        c. Olio di oliva lampante
  2. Olio di oliva raffinato
  3. Olio di oliva composto da oli di oliva vergini
  4. Olio di oliva di sansa greggio
  5. Olio di oliva di sansa raffinato
  6. Olio di sansa di oliva

1. Olio di oliva vergine: olio che non deve subire alcun trattamento, oltre al lavaggio, alla decantazione, alla centrifugazione ed alla filtrazione, che a sua volta viene classificato in base alla sua acidità libera (valore espresso in percentuale di acido oleico, che è il tipo di acido grasso prevalente nell’olio di oliva): inferiore è l'acidità libera di un olio vergine, superiore è la sua qualità:

a. extra vergine ≤ 0,8% (altamente raccomandato per le sue pregiate qualità, non solo organolettiche, ma anche nutrizionali);
b. vergine ≤ 2%;
c. lampante > 2,0% (quest’ultimo non è commestibile bensì utilizzato per le lampade ad olio)

2. Olio di oliva raffinato: ottenuto dalla raffinazione dell'olio di oliva vergine, processo industriale che riduce l’acidità dell’olio ed elimina le sostanze ossidate (acidità libera: 0,3%)

3. Olio di oliva: ottenuto dal taglio di olio di oliva raffinato con olio di oliva vergine o extra vergine; la legge però non stabilisce la percentuale minima di olio vergine o extra vergine da unire al raffinato. Normalmente, il taglio medio è nell'ordine del 5-8%, ma i migliori produttori preferiscono spingersi fino al 30%, utilizzando unicamente oli extra vergini che rendono il prodotto più gradito al palato e nutrizionalmente perfetto (acidità libera: 1%)

4. Olio di oliva di sansa greggio: olio non è commestibile ottenuto dai residui solidi della spremitura delle olive, in particolare dalle bucce, dalla polpa e dai noccioli, detti sanse, in cui è contenuto ancora un certo quantitativo di olio, variabile a seconda del metodo estrattivo. Quest'olio viene estratto con un solvente con la stessa tecnologia applicata per la produzione degli oli di semi. Il solvente viene poi separato dall’olio per distillazione

5. Olio di oliva di sansa raffinato: esso si ottiene dal processo di raffinazione dell’olio di oliva di sansa greggio, che riduce l’acidità dell’olio ed elimina le sostanze ossidate, diventando così commestibile (acidità libera: 0,5%)

6. Olio di sansa di oliva: ottenuto dalla miscela di olio di oliva di sansa raffinato e olio di oliva vergine è commestibile


Ora che anche tu hai la guida a portata di mano, utile per la scelta dell’olio, scegli consapevolmente sul nostro sito quello che più ti piace, ne abbiamo di tantissimi tipi: da quelli EVO aromatizzati, BIO, EVO 100% italiani, DOP e molti altri.

Grazie per la lettura e BUONA SCELTA!