
A tavola con gli Italiani!
Ciao amici state già festeggiano o vi mancano gli ultimi giorni di lavoro prima del meritato riposo?
Noi nel mentre, come ogni settimana, vi lasciamo un piccolo articolo con novità, curiosità e tantissime nozioni interessanti: BUONA LETTURA!
Dal Piemonte alla Sicilia, le tavole italiane, nel giorno di Natale, sono percorse da un unico filo rosso, quello della TRADIZIONE.
Pasta fatta in casa, minestre, verdure, carne o pesce: la famiglia riunita per il cenone della Vigilia e per il pranzo del 25, ama gustare i piatti di una volta, quelli che preparavano le nonne e che si tramandano di generazione in generazione.
Se Capodanno per molti rappresenta l’occasione per sperimentare pietanze nuove, il Natale, da Nord a Sud della Penisola, è da sempre legato alla memoria ed al piacere di riscoprire ogni volta la storia gastronomica del nostro Paese per farla conoscere ai più piccoli.
LA TAVOLA DEL NORD 💚
Iniziando parlandovi della tradizioni del Nord, citiamo subito la carbonade valdostana, una ricca specialità a base di carne di manzo cotta nel vino rosso; vanno poi nominati anche i crostini al miele, da condire con salumi di capra o pecora essiccati ed aromatizzate.
In Piemonte non è Natale senza gli agnolotti e il gran bollito misto, condito con diverse salsine tra cui il bagnet ross e verd.
Ravioli, verdi o di carne, e cappon magro, piatto di verdure e pesce, troneggiano invece sulle tavole liguri; e se in Lombardia, a sorpresa, uno dei piatti più tradizionali è l'anguilla cotta al cartoccio, in Veneto si mangia la polenta con il baccalà ed il lesso con le salse.
In Friuli si va di brovada e muset, una zuppa di rape e cotechino, con la polenta, e poi trippa con sugo e formaggio. In Trentino-Alto Adige campeggiano piatti di canederli, capriolo o capretto al forno e per chiudere lo strudel o lo zelten, a base di frutta secca e canditi.
LA TAVOLA DEL CENTRO 🤍
Tortellini e passatelli, rigorosamente in brodo, tagliatelle e lasagne, ma anche tortelli di zucca e alle erbette, prosciutto e culatello: rappresesntano l'Emilia Romagna, patria della buona cucina soprattutto a base di carne. Anche se ci sono delle eccezioni: come ad esempio Modena, dove si mangiano spaghetti con tonno, sgombro, acciughe e pomodoro, ma anche baccalà in umido o fritto, insomma il menù è a base di pesce.
E il baccalà è protagonista anche nelle tavole della Vigilia nel Lazio, dove abbondano anche il fritto misto di verdure ed il capitone. A Roma non possono mancare invece la minestra di pesce o la pasta e broccoli in brodo di arzilla. Ci sono anche gli spaghetti con le alici, l'anguilla fritta o in carpione e l'insalata di puntarelle. E per finire, come se non bastasse: il torrone ed il tradizionale pampepato, con tanta frutta secca da sgranocchiare.
In Molise si mangiano la zuppa di cardi, il brodetto alla termolese, a base di pesce, ed il baccalà arracanato, ossia fatto con mollica di pane, aglio, alloro, origano, uvetta, pinoli e noci, o quello al forno con verza, prezzemolo, mollica, uva passa e noci.
I toscani gustano i crostini di fegatini, ma anche l'arrosto di faraona o di anatra ed i fegatelli o il cappone ripieno. Si cuoce anche il bardiccio, una salsiccia di maiale speziata al finocchio.
Nelle Marche sono tradizionali i maccheroncini di Campofilone, ma anche i cappelletti in brodo, come pure in Umbria dove talvolta sono ripieni di cappone e piccione. Agnello arrosto e bollito di manzo, ma anche lasagne e zuppe sono protagonisti in Abruzzo. Tipici della zona di Teramo sono poi i caggionetti, ravioli dolci, fritti, ripieni di mandorle e purè di castagne.
LA TAVOLA DEL SUD ❤️
Brodo di cappone, spaghetti alle vongole, friselle, cappone imbottito con insalata e poi struffoli, roccoccò e frutta secca: sono la Campania, che si presenta in grande per le feste di Natale e non solo. Per la Vigilia molti mangiano il capitone, la femmina dell'anguilla.
Pesce, carne e verdure non mancano nemmeno in Basilicata, Calabria e Puglia. Nella prima, per le feste si mangia la minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle. Come dolce si preparano le scarpedde, sfoglie di pasta fritte e condite con il miele. La Calabria sfoggia salumi, dalla pancetta al capicollo, dalla soppressata alla salsiccia, e poi spaghetti con mollica di pane e alici e capretto o pesce stocco accompagnati con broccoli calabresi saltati.
Dall'altra parte dello Stivale si fanno invece le cime di rapa e le pettole (o pittule), che sono frittelle di pasta lievitata che si farciscono con pomodori, capperi, origano e alici, ma anche gamberi sgusciati, cime di rapa e ricotta. Si mangiano poi anche qui l'anguilla arrostita ed il baccalà fritto e poi l'agnello al forno con lampascioni, che sono delle cipolline leggermente amare. Infine, i dolci: turdilli o cannaricoli e la pitta 'mpigliata.
Infine in Sardegna si possono assaporare i culurgiones de casu, che sono ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi gli immancabili malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia. Insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e beccafico imperano invece in Sicilia. Si fa anche lo sfincione, una pizza tipica a base di cipolla, che si abbina ai cardi in pastella e alla gallina in brodo. Tanti i dolci: dai buccellati, alle cassate passando per i famosissimi cannoli.
Ragazzi noi abbiamo terminato, speriamo che siate riusciti a leggere tutto l’articolo senza essere scappati a mangiare dato che a parlare di tutte queste bontà viene fame a qualsiasi ora…
Grazie per la lettura e BUONE FESTE!